lunedì 13 novembre 2006

senza titolo



Oggi è un mese esatto.
Anzi, veramente era ieri, ma ieri ero così devastata dal dolore alla faccia, che non mi sono ricordata.
Pochi minuti fa ero sdraiata a letto, cercavo di prendere sonno, visto che sono 4 notti che non chiudo occhio, e mi è venuto in mente! Così, di colpo.
Come ho potuto non ricordarmi ieri?
Veramente è più di qualche giorno che penso a Marco, da quando sto così male. Continuo a chiedermi quanto deve aver sofferto, quanto dolore deve aver provato ogni volta che lanciava un sacramento perchè una fitta lo prendeva alla schiena solo girandosi di colpo, piegandosi, starnutendo... semplicemente ridendo.
Ieri al pronto soccorso ho pensato a lui, a quando siamo andati a trovarlo la prima volta all'ospedale di Mestre, quando sembrava che nel giro di una settimana sarebbe uscito.
Già... A saperlo...
Ormai se ne è andato. Proprio un mese fa. Mi sembra un secolo... mi sembra che sia passato un anno! Ma in realtà è passato un sacco di tempo, almeno 3 mesi, perchè Marco lo abbiamo perso giorno per giorno da quando è entrato in ospedale.
Ed io, in questi giorni in cui vorrei spaccare la testa contro il muro per bloccare il male, non riesco a non pensare che a lui e al suo dolore.
Ho queste fitte che durano, quanto? Un microsecondo, non di più, ma durante le quali perdo completamente la vista e l'equilibrio, e penso: "Quanto male deve aver avuto Marco?!"
Ieri sono stata in attesa al Pronto Soccorso per 3 lunghe ore, non ero abbastanza grave per passare davanti a nessuno ed è anche giusto in fin dei conti. Ma la cosa che più mi ha sconvolto è quanto in certi posti si sia ormai così abituati al dolore da non farci più caso. Capisco che per gli infermieri, prima che per i medici, sia la quotidianità e capisco anche che non possano farsi emotivamente coinvolgere dalla sofferenza altrui, devono rimanere super partes altrimenti non credo resisterebbero più di un giorno.
Ma a me, che abituata al dolore altrui non sono, vedere queste persone sdraiate sui lettini, magari in pigiama o con i vestiti sporchi di sangue, in una situazione per loro imbarazzante oltre che di sofferenza, in un momento in cui la loro dignità umana viene, seppur involontariamente e purtroppo a volte necessariamente, calpestata, a me, ripeto, provoca solo nausea.

Io non bevo mai vino, non mi piace.
Ieri sera ho bevuto un bicchiere di rosso, per tirarmi su, proprio come faceva Marco ultimamente. Diceva che gli anestetizzava il dolore!
:-)
Chissà, forse inconsciamente in realtà mi sono ricordata.....
(Questa foto non è un mio scatto)

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