venerdì 14 aprile 2006

gabbiani

Alle volte vorrei essere un gabbiano: sono belli, sono grandi, sono liberi.
Sono malvagi e feroci assassini!
Sono i padroni dell'aria e del mare.
Chi li può fermare, se non l'uomo con la sua barbarie naturale?
Eppure li osservo dal balcone, passano sotto, sopra, accanto a me, hanno lo sguardo fiero dritto all'orizzonte.

E io? Dov'è diretto il mio sguardo? Verso quale orizzonte?

Non sono bella! Non sono libera?
La bellezza ti garantisce la libertà? Quella di essere quello che non sei, e venire apprezzata lo stesso? Oppure forse si è più liberi se non si deve dimostrare nulla ad alcuno?

Non desidero far parte di un gruppo sociale, se non dell'unico che riconosco come tale, quello degli esseri viventi.
O forse degli esseri pensanti?
Non mi soffermo ad ammirar la buccia, il frutto può essere marcio o insipido. E allora a cosa ti serve una zuppiera in oro zecchino, se la minestra non sa di nulla?

Preferisco guardare oltre, dentro, sotto, vedi un pò tu come preferisci, come ti pare.
Purtoppo alle volte la sorpresa è amara. Anzi, è quasi sempre amara... perchè troppo discosta l'apparenza dalla realtà?

Ho visto anime belle e fragili lasciarsi travolgere dal desiderio di assimilazione; ho visto anime splendenti offuscate dalla necessità di apprezzamenti; ho visto anime di puro spirito schiacciate giovani e mai più rinate.
Ma ho visto anche splendenti palazzi nascondere l'obrobrio di foglie morte da tempo: ampie vetrate ma aria malsana, stucchi lussuosi e muffa nauseabonda!

Ma quanto vengono amati gli sfolgoranti diademi della città lussuosa! Rumori assordanti sovrastano il pensiero, luci accecanti stordiscono la mente, aromi innaturali confondono i sensi.

Voglio restare nel mio mondo tranquillo, additata come pazza furiosa, dove il silenzio è pieno di luce e tra le mie mani sbocciano fiori invisibili.

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