Qui fuori sembrano tutte lucertole.
Lucertoline studiose.
Appena spunta un raggio di sole questo posto si ripopola, si rianima, splende di vita.
Splende sul serio! Perché i quattro pozzi bianco latte che ornano gli angoli del chiostro, riflettono questo pallido sole dei giorni della merla come se fosse primavera inoltrata.
Sono strani questi studenti dell’accademia delle belle arti, ma in realtà forse non lo sono neanche un po’.
Li vedo uscire a frotte, dalle aule intorno al porticato, con le loro tute macchiate di colore, sigaretta già in bocca ed accendino pronto allo scatto, con il loro vestito strano ma uguale-uguale all’amico tabagista vestito strano anche lui.
Insomma, tutti vogliono sentirsi integrati, anche se si tingono i capelli color malva e portano le calze al posto dei guanti!
Devo dire che, alle volte, mi sento più a mio agio in mezzo a loro piuttosto che nella mia facoltà. Più sono strambi più mi piacciono? Forse si.
Devo dire che ci sono casi in cui ci si accorge, o almeno me ne accorgo io, che l’aspetto puramente estetico, il cosiddetto look, il modo di vestire insomma, non rispecchia un desiderio di omologazione ma rappresenta veramente la persona che indossa quel abito.
Penso al mio amico Giovanni, che si presenta in piena estate tutto vestito di arancione dalla testa ai piedi, con una non scialance unica nel suo genere. Che problema c’è in fin dei conti? Lui E’ arancione dentro!
E’ veramente così importante come il mondo ti vede superficialmente?
Non sarebbe meglio indossare tutti una bella tutona nera ed essere, di conseguenza, costretti a dover dimostrare solo quello che si è veramente?
Oppure forse sarebbe più semplice potersi vestire come ci pare ma poter anche essere noi stessi, senza dover rispondere a questa maledetta logica dell’apparire?!
mercoledì 1 febbraio 2006
lucertole e apparire
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