L'avventura della torre di Pisa me l'ero dimenticata...
Io ho girato un pò tutta l'Italia, ma mi mancano da vedere alcuni luoghi fondamentali tra i quali le città di Napoli, Genova e Torino, nonostante abbia vissuto 3 anni in piemonte, e un bel pò di toscana, tra cui Pisa. O almeno, mi mancava di vedere Pisa perchè grazie a Beppe ho potuto esaudire un mio sogno, salire sulla torre pendente.
Non credo però che Beppe al momento sia stato molto contento!
Ma andiamo per ordine...
Beppe è un fans dei Velvet Underground e Lou Reed e scrive su una sorta di fanzine on line di cui fanno parte anche un paio di musicisti che rielaborano i testi e le poesie dei loro beniamini tenendo spettacoli piuttosto piacevoli ed interessanti.
Beppe viene invitato ad un raduno e mi chiede se voglio accompagnarlo, non stavo attraversando un periodo particolarmente piacevole ma proprio per quello ho preparato lo zaino e sono andata con lui, facendomi promettere che mi avrebbe accompagnata sulla torre.
Io poi ho la mania di salire sui monumenti alti, come il cupolone a Roma, la torre dell'Olimpia Park di Monaco, il campanile di San Marco... credo però che la torre di Pisa sia stata l'ultima!
Dopo una sveglia all'alba ed un viaggio lunghissimo con un treno strapieno, arriviamo a Pisa dove gli amici di Beppe ci scarrozzano di quà e di là fino a quando non ci troviamo tutti insieme a mangiare una pizza pre-concerto, cui ha fatto seguito un frenetico ballo fino a quasi all'alba. In sintesi, amici simpaticissimi e super cortesi, pizza enorme, musicisti molto bravi, disco finale da sfinimento, rientro in pensione alle ore 5 am.
La pensione in questione era in realtà l'enorme ex appartamento di una signora un pò avanti con l'età ma di quelle che "ancora ci tengono", adattato come bed & breakfast. I materassi erano del 1500 probabilmente, o usati da 1500 persone? Tutto pulito figurarsi, però se ti ci sdraiavi sopra venivi fagocitato all'istante per dormire piegato a 30 gradi!
Ma la cosa più inquetante era il bagno.. cosa abbastanza comunque in queste residenze riadattate ma questo era spettacolare.
Vado ad illustrare...
Cerco il bagno... in uno spazio di circa 1m x 1m, e non esagero, trovo lavandino, lavatrice, doccia... ma la tazza dov'é? Boh! Esco e chiedo e mi viene indicata un altra porta. La apro e come in una wc-trioska ne trovo un altra di fronte a me. Apro anche questa e... un muro! Penso:"In che senso?". Poi mi giro verso destra e lo vedo: a circa 5 metri più in là, un cesso! Un povero cesso solingo e ramingo! Si, una tazza del cesso alla fine di un corridoio largo tanto quanto la tazza più un paio di cm ad ogni lato giusto per ruotare su se stessi e riuscire a sedersi, e sopra una bella finestrella, sai com'è, per arieggiare!
Santo cielo! Comunque arrivo fino in fondo e... mi siedo. Per forza, beh! Scusate...
Alla mia sinistra c'era uno di quei portaceneri anni '70 a piantana, che ti arriva davanti alla faccia se sei seduto, da utilizzare per poggiare la cicca e gettare la cenere mentre... emh..., ma, poichè eravamo già in periodo "vietato fumare nei luoghi pubblici" sopra ci avevano piazzato una rogogliosa piantina, che scendeva lungo il fusto del portacenere, di un bel verde plastica acceso!
Dopo l'avventura nel gabinetto futurista siamo andati a dormire, ognuno nel suo letto modello cuccia morbida, io sgranocchiando un pacchetto di crackers, alle 5,30 del mattino puntando la sveglia alle 7,30 perchè avevamo prenotato, correggo, io avevo prenotato, la visita alla torre prestissimo per evitare la ressa dei turisti.
Vivo a Venezia e so cosa vuol dire RESSA DI TURISTI!
Mi sveglio alle 7,30, e vedo Beppe di spalle, seduto su di una seggiola piccola piccola poggiato ad un tavolino microscopico con la tenue luce del mattino che lo illumina, intento a scrivere cartoline alla maniera di Giacomo Leopardi... tenendo conto che Beppe ha l'aspetto di Bud Spencer il tutto aveva comunque un suo perchè!
Gli chiedo che cosa diamine ci faccia lì e perchè si è svegliato così presto, "Potevi dormire di più, no?!"
Beppe si gira incazzato come una bestia e mi accende una registrazione fatta con il cellulare. Insomma, non so che dire, ma ho modulato una imitazione di motosega da quercia secolare per tutte le due ore che ho dormito, impedendo a Beppe di chiudere occhio.
Partiamo. Io mezza rimbambita per solo due ore di sonno, Beppe messo peggio di me, arriviamo ai piedi della fantomatica torre pendente e aspettiamo la guida.
Guida: ragazzotto di giovane età allenatissimo a fare su e giù dentro la torre 20 volte al giorno se non di più, che in un nanosecondo ci istruisce su come andare in fila indiana, non sporgersi, non toccare, non fare, e via discorrendo.
Scatta manco dovesse fare i cento metri piani e Beppe dietro a lui "Voglio essere il primo ad uscire!"
Io invece mi sono messa in fila per ultima, volevo salire piano per non arrivare in cima con i polmoni spappolati... e poi godermi il panorama con calma dalle finestrelle.
Avete presente com'è fatta la torre? Si sale all'interno e hanno reso possibile uscire solo sul penultimo ordine che non ha balaustre o balconi ma un sottile filo di ferro messo appositamente affinchè le persone non si sporgano ma che mi arrivava all'altezza delle anche ed io sono appena 1,60. Inoltre c'è solo un giro di fil di ferro tenuto su da un pilastrino ogni tanto, anch'esso di ferro, largo si e no un cm.
Aggiungiamoci che la la torre, come ben sappiamo, è inclinata quindi già salendo lungo la scala a chiocciola ti senti alternativamente librare per aria, poi schiacciare, poi sollevare, poi appesantire, a seconda se stai salendo dal lato che pende o dal lato opposto....
Arrivata in cima mi sentivo già mezza ubriaca... esco e vedo Beppe che, fiero del suo ordine d'arrivo, si sta riprendendo appoggiato a codesta poco sicura simil balaustra guardando verso l'orizzonte.
Lì è iniziato tutto.
Panico alle stelle: "Beppe, cazzo! Spostati da lì che mi sento male!"
Vedo tutto questo spazio intorno a me, nulla tra me e il vuoto se non la mia attenzione a non sporgermi troppo, comincio a sentire le orecchie ronzare.
Mi faccio forza, mi convinco che sarà un effetto della stanchezza e mi appresto a salire sulla lanterna a cui si accede entrando in uno dei pilastri che sorreggono le campane, all'interno della quale c'è un altra scaletta a chiocciola. Faccio un giro intorno alla torre tenendomi "arpionata" con la caviglia allo spigolo dello scalino, come se la parte terminale dei pantaloni potesse aggrapparsi autonomamente in caso io perdessi l'equilibrio.
La paura rende un pò imbecilli...
Dentro il pilastro c'è un apertura che permette di vedere al di sopra della lanterna dove. ovviamente, Beppe è già arrivato.
Maledetto!
Mi saluta beffardo con la manina mentre io sto cercando di salire 'sti maledetti 4 scalini carponi. Si, mi ero messa a quattro zampe e mi stavo tirando su uno scalino alla volta pur di raggiungere la vetta quando, ecco l'annuncio che avvisa che le campane inizieranno a suonare di lì a pochi secondi.
Mi siedo, la torre ha vinto, sono nel panico più completo.
Cioè, razionalmente mi dico, va tutto bene, ma la paura, le fobie, la razionalità se la mangiano a colazione. Fatto sta che, mentre le campane suonano facendo vibrare ogni millimentro di tutti i mattoni, l'unica cosa a cui riesco a pensare è che, se la torre cade, devo cercare di infilarmi nella finestrella per non rimanere schiacciata.
Per fortuna riesco ancora a rendermi conto che, considerato lo stato dei miei nervi, forse è il caso che io scenda da sola e non aspetti di farmi travolgere dalla folla felice.
Mi avvio dentro la torre e faccio due incontri.: una gentile coppia di giapponesi che, eclusivamente in giapponese, accortisi della mia difficoltà, mi chiedono se ho bisogno di aiuto mentre io li prego, eclusivamente in italiano e con un sorriso smagliante, di andarsene a quel paese perchè se solo mi toccano casco per terra lunga svenuta; dopodichè incrocio una, in quel momento odiatissima, guida che, a velocità per me inaudita, sta salendo per le scale e alla quale io dimostro, non so se con successo ma con una disperata naturalezza invidiabile, tutta la mia gioia di trovarmi lì dentro.
Ad un certo punto mi raggiunge il povero Beppe che si becca un sonoro "VA VIA!" al suo tentativo di prendermi per mano per condurmi in fondo.
Fatto sta che riesco ad uscire e per due ore circa mi continuano a tremare le gambe, cammino sbilenca, straparlo e ridacchio ad un Beppe sconvolto dal sonno, e giustamente sempre più arrabbiato. Diciamo che allo spavento si stava sostituendo un desiderio di prendermi a schiaffi per i seguenti motivi che mi va ad elencare:
1-non l'avevo fatto dormire
2-l'avevo fatto alzare all'alba
3-non ho tenuto conto delle mie vertigini
4-l'ho fatto preoccupare
Infatti s'incazza di brutto! Cosa che credo succeda una volta ogni due lustri se non tre, e mi molla in un bar dichiarando: "Ci vediamo tra un ora e mezza! Non prima!"
Altrimenti non avrebbe resistito dal prendermi a sberle, aggiungo io.
Il punto cruciale della questione è che io, prima di allora, non avevo mai sofferto di vertigini!
foto: Stefania Galluccio
1 commento:
Che viaggio iperuranico! Ogni tanto mi viene in mente la tua faccia quando le campane della torre hanno iniziato a suonare...dove stavo mi sembrava di volare perché tutto vibrava.
E' stata un'esperienza unica.
Grazie Stefania per il racconto.
...Evviva la torre di Pisa che pende che pende che mai non vien giù...
_BEPPENSKIj;-) e il negozio di cartine vicino al camposanto
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