Signora dai piedi piccoli, di chi sei figlia?
Sotto le sue vesti, scarpe ricurve di otto centimetri.
Ella vacilla al soffiar del vento,
Perché salda è in alto, ma incerta in basso.
Muovere un passo è per lei difficoltoso,
Quasi come percorrere mille miglia.
S’appoggia a sinistra alla balia,
A destra s’aggrappa a una serva;
Se per caso le calpesti un piede,
Atroce è il dolore che prova.
Quando hai iniziato la fasciatura?
Perché mai tolleri questa pena senza fine?
Non so il perché: è la sua risposta.
A cinque anni, quando il tronco è ancora arbusto,
La mamma preparò le scarpe.
E m’ingiunse d’iniziare la pratica.
Le mie dita vennero piegate, il collo del piede curvato;
E per quanto io invocassi e Cielo e Terra,
Mia madre m’ignorava, quasi fosse sorda.
Le mie notti erano tutte un lamento,
L’alba passava tra i pianti.
Invocavo dal letto la mamma:
Quanto ti preoccupi se io sto male,
Come ti spaventa ogni mia caduta!
Ora l’agonia è salita dai piedi
E ne sono pregne le mie ossa;
Sono caduta in disperazione, ma tu,
Tu non ti curi di me.
La madre si volgeva a consolare la fragile piccola:
Quand’ero bambina anch’io soffrivo, come te,
Ma voglio che i tuoi piedi siano così piccoli
Da guadagnarti un posto in società.
Ecco perché voglio dedicare
Questo tempo alla fasciatura.
E, fatto inaudito, per ridurre i piedi
La carne e le ossa vengono così martoriate
Ch’ella perde il desiderio del cibo.
Tanta parte della sua profumata giovinezza
Passa in lacrime, vicino ai fiori che muoiono;
Ode il canto degli uccelli,
Ma il suo piede ricurvo è come una piccola tomba.
Lin Qinnan
dal sito: http://www.tuttocina.it/FdO/salice.htm
sabato 12 novembre 2005
La signora dai piedi piccoli
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